COCOLLA (dal latino cuculuscuculla) è il nome dato, fin dai primi tempi del monachesimo, all’abito monastico, che attraverso i secoli ha avuto varie forme.

La regola di San Benedetto prevedeva “che nei climi temperati bastino per ciascun monaco una tonaca e una cocolla, quest’ultima di lana pesante per l’inverno e leggera o lisa per l’estate; inoltre lo scapolare per il lavoro e come calzature, scarpe e calze. Quanto al colore e alla qualità di tutti questi indumenti, i monaci non devono attribuirvi eccessiva importanza, accontentandosi di quello che si può trovare sul posto ed è più a buon mercato

“Il monachesimo” di Salvatore Pricoco

Semplicità e povertà furono i caratteri che sempre si ritennero propri delle vesti monastiche, dai più umili fraticelli alle alte gerarchie.

Quella che vedete è una cocolla camaldolese, realizzata in tessuto di lana, lunga fino ai piedi, con maniche molto ampie, chiusa e dotata di cappuccio.

 

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